Un linguaggio comune

Questa lezione si fonda sulla convinzione che, come tutte le aziende approcciano e fanno propria la parte fiscale come strumento per ottimizzare le proprie attività e per non subirne gli effetti, anche la parte doganale sia uno strumento indispensabile. Uno strumento che tutte le aziende devono conoscere quando si trovano a fare business per la propria attività.

Per l’Italia la competenza giuridica dell’Unione Europea in questo campo è quasi assoluta o meglio riguarda la quasi totalità della normativa doganale e quindi quella è la dimensione giuridica, ciò a cui bisogna rivolgersi quando si parla di fare dogana.

E quindi, qual è la prima regola, la prima “lingua” che l’Europa ci impone e ci propone?

È la Tariffa doganale comune, vale a dire una nomenclatura combinata comune ed una tariffa relativa alla nomenclatura combinata comune: questo sostanzialmente garantisce le aziende europee che tra loro, all’interno dell’Unione Europea, non ci sarà una concorrenza sleale come potrebbe esserci se vi fosse, ad esempio, un sistema di classificazione doganale diverso da paese a paese, ma garantisce, anche e soprattutto, che tutte le aziende parlino lo stesso linguaggio.

La classificazione doganale

L’accertamento doganale si sviluppa su una serie di caratteristiche che hanno in comune un elemento fondamentale: il fatto che stiamo sempre parlando di caratteristiche di merci.

Nel commercio internazionale, l’aspetto che connota di più coloro i quali si occupano soprattutto degli aspetti doganali è proprio l’indagine della qualità della merce: di cosa si tratta, di cosa stiamo parlando e di quali misure la interessano, in funzione di determinate caratteristiche merceologiche, nel momento in cui la merce che stiamo analizzando varcherà il confine dell’Unione Europea in ingresso o in uscita e quindi formerà oggetto di un’operazione doganale di introduzione, di immissione libera pratica o di esportazione.